Transiti di Venere

di Raffaele Curi

“Shirley Hazzard racconta la storia di un francese che nel settecento andò fino in india per osservare il transito di venere davanti al sole un fenomeno estremamente raro ma guerre e sventure lo trattennero lungo la strada perduta quella opportunità attese otto anni in oriente per il transito successivo quello del millesettecentosessantanove quando finalmente giunse il giorno le nuvole gli impedirono di vedere alcunché”

La Fondazione Alda Fendi – Esperimenti presenta il nuovo lavoro di Raffaele Curi, uno spettacolo ispirato al “transito di Venere”, fenomeno molto raro che si verifica quando il pianeta Venere si interpone tra la Terra e il Sole. Il regista usa questa metafora per parlare del sogno e dell’impossibilità per l’essere umano di raggiungere ciò che ama. Un’impossibilità che, come sempre negli spettacoli immaginifici di Curi, diventa una pandemia di visioni, poesia, musiche, citazioni artistiche, tra cui la splendida “Origine del mondo” di Gustave Courbet. L’unica salvezza per il regista, che firma il suo ottavo spettacolo per la Fondazione presieduta da Alda Fendi, è nell’arte, nella sua bellezza, nella sua indicibilità. «E’ l’impossibilità – scrive Curi nelle note di regia – di toccarsi in una cosmogonia relitto del senso comune». Come ogni anno l’evento sarà gratuito, confermando la scelta di Alda Fendi di sostenere una cultura libera e di qualità che sia fruibile da tutti.

Con Laura Gigante  Valerio Pentasuglia  Massimo Giammarco  Alessandro D’Este  e Cécile Leroy  con Abdul Jeelani  e con Fausto Bertinotti.