La Lotta

2006

Dal 30 marzo al 4 aprile 2006, per sei giorni consecutivi, la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti presenterà “La Lotta”: una performance live ideata da Raffaele Curi e aperta a tutti, fino ad esaurimento posti.

Il progetto include la partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo e si sviluppa come un viaggio concettuale, attraverso un percorso artistico che fonde i generi dello spettacolo senza pregiudizi.

 

Perno iconografico dell’intera manifestazione è la lotta mitologica tra Ercole e Anteo – il semidio contro il gigante – riletta attraverso lo sguardo del Rinascimento nel capolavoro di Antonio del Pollaiolo, proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e presente in mostra grazie al prestito accordato dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino. L’antico dipinto diviene parte del cast de “La Lotta”, un attore immobile che si offre ignaro al contatto visivo dello spettatore.

Ogni lotta è uno scontro di opposti: i conformisti contro gli innovatori, i forti contro i deboli, i ribelli contro gli oppressori. Mirwais Najrabi è un cantante di sedici anni, l’enfant prodige della canzone nell’Afghanistan liberato dal regime talebano, il simbolo di una giovanissima generazione che si oppone al divieto di espressione con l’aiuto della sola voce. Per la prima volta in Occidente, Mirwais si esibirà per testimoniare la vittoria della musica sul silenzio.

Bharatiya Kushti è una lotta, arcaica e poetica, che si tramanda da secoli nella regione dell’Himalaya. Gli adepti di questa rigorosa disciplina si sono rifiutati di lottare sui tappeti di gomma prescritti dalle regole internazionali e, per questa ragione, viene loro impedito di partecipare alle Olimpiadi e di battersi al di fuori dei confini dell’India. Affondando nell’arena di terra rossa, cosparsa di petali di rosa, quattro giovani atleti si affronteranno ogni sera tra i resti archeologici della Basilica Ulpia.

L’attualissima e scottante questione della lotta tra padre e figlio sarà indagata senza le parole, con il solo linguaggio della danza: fatto di musica, luci e corpi in movimento. Roberto Bolle narrerà una lotta innazitutto generazionale, ma essenzialmente interiore, originata dalla minaccia naturale che un figlio rappresenta per la virilità di ogni padre, e che ciascun figlio vede nell’autorità paterna e nel momento del suo vacillamento. Le coreografie sono creazioni originali del giovane Francesco Ventriglia.