Farsi

Un'installazione di Raffaele Curi

Roma, 1 febbraio 2016 – Nascondere per svelare. Spettacolare nel segno della sottrazione, nel ricordo di Tiziano, Man Ray, Christo, la Galleria Foro Traiano 1 della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, diretta da Alessia Caruso Fendi, ospiterà “Farsi”, installazione ispirata alla recente vicenda dell’inscatolamento delle statue dei Musei Capitolini in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani. 

“Quelle scatole sono meravigliose, l’Italia si può permettere di coprire anche le statue – sostiene Alda Fendi – ed è l’unico Paese a poterlo fare. E ogni volta è un parto d’arte: le scatole sono una vera installazione”.

Farsi è la lingua ufficiale dell’Iran che diventa immagine, musica e poesia. È l’omaggio alla storia millenaria della Persia, culla di civiltà. Uno spettacolo visivo accompagnato dai versi del poeta Umar Khayyam.

“Coprire per riscoprire il gusto dello svelamento è l’idea alla base dell’installazione – spiega Raffaele Curi, autore dell’opera programmata tra breve -, del resto Tiziano scelse di scoprire l’amor sacro e coprire l’amor profano. Il titolo stesso dell’installazione, “Farsi”, si cela in parte dietro un paravento”.

Coprire le statue dei Musei Capitolini è una scelta artistica che dimostra anche la vivacità e l’imprevedibilità degli italiani. Al di là del dibattito, l’effetto immediato della scelta fatta per omaggiare il presidente persiano è stato un aumento del numero di visitatori dei musei. Un grande ritorno di immagine nel mondo per un luogo che negli ultimi decenni ha destato meno attenzione di altri centri di cultura internazionali.

“Qualsiasi cosa si faccia contro la sordità del mondo nei confronti della cultura va bene, anche un piccolo scandalo”, aggiunge Alda Fendi che vorrebbe acquistare due delle scatole costruire per nascondere.

È il principio dell’eterogenesi dei fini, una conseguenza non intenzionale di un’azione intenzionale. Brava Ilva Sapora.