Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cerca te la giustizia, cercate l’umiltà; forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore.
“Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero”.
Confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta. Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti. “Libro del profeta Sofonia”.
Il mondo arabo, la sua millenaria cultura mi hanno sempre attratto. Quando cominciai a collaborare con il quotidiano israeliano “Maariv” negli anni sessanta, ho ripreso a viaggiare nei paesi arabi. Ero una figura preziosa perché, non essendo israeliana, potevo andare ovunque.
Mi è sempre piaciuto intervistare i grandi personaggi, entrare in contatto con le persone, scoprire il punto focale della loro vita o la loro debolezza.
Ho intervistato Re Hussein di Giordania e Re Hassan del Marocco, i presidenti Bourguiba di Tunisia e Nasser d’Egitto, e svolto inchieste sui profughi palestinesi in Giordania e Libano. Non ho mai incontrato difficoltà; c’era un interesse appassionato per Israele, quel polmone occidentale trapiantato nel loro mondo. Ho sempre assecondato il mio desiderio di vedere oltre le apparenze, e non mi sono mai fidata dei luoghi comuni, delle idee precostituite.